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mercoledì 28 febbraio 2018

Oltre la condanna - di Gianni Cervellera

Durante l'ultimo Consiglio Comunale si è votato la mozione sul rispetto dei valori della costituzione repubblicana antifascista. Ecco l'intervento del consigliere di VIVERE Cernusco Gianni Cervellera.

Oltre la condanna
È chiara e ferma la condivisione della condanna di atteggiamenti e rigurgiti fascisti e neofascisti in contrasto con la nostra Costituzione e per contro il plauso all’ordine del giorno ora presentato: nell’emergenza vanno utilizzate misure di emergenza. Ma l’occasione è ghiotta per una riflessione più ampia. Pertanto, vorrei porre l’accento su alcuni aspetti culturali che rendono fragile la convivenza democratica. Noi oggi, possiamo affermare che la democrazia è la forma più alta di governo che conosciamo, eppure essa non è esente da ambiguità, manipolazioni, operazioni strumentali che senza alcun rispetto per la dignità delle persone sfruttano, a vantaggio di pochi, beni pubblici e risorse destinate al più largo utilizzo. Se l’uso privato di beni è posto al vertice e in forma assoluta, l’attenzione al bene pubblico diventa risibile.

E restando nel campo delle idee, se per decenni abbiamo affermato che ogni idea è giusta, ogni parere è accettabile (sempre accettabili sono le persone non esattamente le idee) in una sorta di soggettivismo esasperato che non tiene conto della vera dignità delle persone in quanto tali e dei cittadini come parte di una comunità, è evidente che poi ci ritroviamo a dover ammettere che ogni idea è legittima. La democrazia senza una chiara visione antropologica di che cosa è la persona, di quali sono i suoi diritti e le prerogative del cittadino, è destinata a finire in un “blob” indistinto. Quando ogni desiderio viene preteso a diritto non c’è più alcuno spazio per la crescita democratica e le reclamate immunità personali o di ceto sono contrarie alla comunità. Altresì è tempo di smettere di concedere per favore ciò che va dato per giustizia.

C’è da porre attenzione, quindi, a tutte quelle forme subdole di interesse personale, privatistico e/o collettivo, incapaci di integrare e di accettare la diversità. Alla stessa stregua sono da classificare in negativo modelli di integralismo ideologico e relativismi senza alcun riferimento etico.

Abbiamo eliminato dalle scuole l’educazione civica, rinunciando spesso a qualsiasi forma di educazione sociale.

Sono convinto che le recenti manifestazioni di neofascismo non sorgano come proteste del disagio di fasce deboli della popolazione ma probabilmente sono architettate da cittadini benestanti che possono permettersi anche forme esteriori come segni distinguibili di appartenenza, e nasce il sospetto anche di contiguità con strutture di malavita organizzata, che sfruttano il disagio socio-economico per conquistare popolarità. Ma lo sfruttamento del disagio sociale può non essere solo a destra. Bisogna avere più rispetto dei poveri, dei disoccupati, dei disagiati. È un gioco da incoscienti (qui ci stava meglio un’altra parola che non uso per rispetto istituzionale) sfruttare le miserie.

Se non è possibile pensare di far giungere a più miti manifestazioni gli ultra convinti, è possibile sostenere quei cittadini che cadrebbero facili vittime di ideologie distruttive.

Credo che nessuno si debba sentire escluso dal porre più seriamente attenzione a non ridurre la convivenza democratica ad una sorta di farsa. Che non farebbe neppure ridere.

Gianni Cervellera

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